Dopo i fasti di dicembre, Bitcoin è in caduta verticale. Crolla sotto la soglia degli 8000 dollari, si avvia verso i 7000 dollari: in caduta del 60% rispetto al picco di dicembre, ha bruciato il 40% in un mese e solo oggi il 10%. Sta esplodendo quella che Nouriel Roubini (colui che predisse il crollo dei mercati del 2008) ha definito la madre di tutte le bolle e “la più grande bolla nella storia dell’umanità”? A vedere i grafici, sì. Chi doveva guadagnarci, ci ha guadagnato: ora il cerino rimane in mano a chi non aveva gli strumenti per prevedere il momento giusto per uscire da una speculazione.
Now Bitcoin crashing below 8000, headed towards 7000. Down 60% from the peak, 40% in a month and over 10% today. The Mother Of All Bubbles And Biggest Bubble in Human History Comes Down Crashing. pic.twitter.com/jfILcrNNXA
— Nouriel Roubini (@Nouriel) 2 febbraio 2018
Gli investitori si interrogano sul futuro delle criptovalute, dal momento che non si salva nessuna moneta virtuale (neanche Ripple, Ether e Litecoin). A pesare sulla caduta dei Bitcoin sono gli interventi dei regolatori in India, Sud Corea, Cina e gli stessi USA. L’ultima tegola è arrivata dalla messa al bando da parte di Facebook della pubblicità alle cryptocurrency. Prima c’era stato il colpo da mezzo miliardo in Giappone: il maxifurto a Coincheck ha acceso un campanello di allarme, mentre Bitcoin era sotto assedio dalle autorità centrali.
Il bitcoin, nato per contrastare la fiat money tradizionali, rivaleggia con una pletora di 4000 criptovalute, di cui almeno 1385 di facile reperibilità, mentre Thailandia, Cina, Taiwan, India, Germania, Bolivia, Russia (ma l’elenco si allunga ogni giorno) hanno già provveduto a limitare o mettere al bando l’utilizzo dei bitcoin.
Nel frattempo la Blockchain rimane sugli scudi: dopo i diamanti DeBeers (per garantirne la purezza e tracciarli), guadagna il cobalto del Congo (dalla miniera al mobile).