La Guerra Fredda fra USA e Cina in salsa hi-tech

Ritorna la guerra fredda. In versione hi-tech, una durissima contrapposizione fra le due potenze mondiali (Usa e Cina), iniziata coi dazi e proseguita ora con le accuse di spionaggio. Fa tenerezza ricordare l’acquisizione di Ibm da parte di Lenovo nel lontano 2004: allora gli americani si irritavano all’idea di veder sventolare la bandiera rossa cinese sul quartier generale di Armonk, oggi Washington alza il tiro ed invia informative a Italia, Germania e Giappone, per mettere gli alleati in guardia dal rischio cyber-spionaggio legato alla diffusione dei dispositivi con marchio Huawei e Zte. Il motivo è semplice: i top manager dei due vendor cinesi del mercato smartphone sarebbero legati al Partito (unico) comunista cinese, dunque nessuno può mettere le mani sul fuoco sulla sicurezza/privacy dei terminali in questione. Ormai è rivalità aperta: gli USA accusano la Cina di spiare gli occidentali attraverso i dispositivi targati Huawei e invitano al boicottaggio, mentre Pechino continua ad aumentare l’export (anche verso gli USA) e macina quote di mercato, attraverso le sue aziende più abili ed aggressive, soprattutto nel mercato Pc e smartphone, dove si fronteggiano i fiori all’occhiello della Silicon Valley.

La Guerra Fredda fra USA e Cina in salsa hi-tech: gli USA invitano Italia, Germania e Giappone a boicottare i prodotti Huawei (in foto: Huawei P20 Pro)
La Guerra Fredda fra USA e Cina in salsa hi-tech: gli USA invitano Italia, Germania e Giappone a boicottare i prodotti Huawei (in foto: Huawei P20 Pro)

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I dazi di Trump sottovalutano la Cina digitale. Armi (spuntate) o boomerang?

I dazi del Presidente USA Donald Trump, giunti al secondo round, potrebbero rivelarsi come la notizia della morte di Mark Twain: grossolanamente esagerati. Ma nei confronti della Cina, forse, potrebbero trasformarsi da armi spuntate a veri e propri boomerang. In grado di rendere Pechino più forte e competitiva.

Solo mettendo al microscopio le aspirazioni egemoniche della Cina digitale, possiamo renderci conto di quello che sta avvenendo col ritorno del protezionismo sul mercato globale.

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