Se online è gratis, vuol dire che TU sei il prodotto

You are not a Gadget è il manifesto – e un bestseller – scritto dall’informatico Jaron Lanier contro la falsa filosofia del Free. Perché tiro fuori dal cilindro questo ricordo, datato, ma pur sempre valido? Perché ho sentito dire che il voto online è gratis. Ebbene, nulla è gratis su Internet. Chi afferma ciò, sta lanciando una fake news. Ma Jaron Lanier ci ricorda anche: se online è gratis, vuol dire che TU sei il prodotto. Se è gratis, TU sei il gadget.

Personalmente, sono a favore dell’e-commerce, del banking online, dell’App economy, della Fintech e soprattutto della PA digitale: non sono luddista né profeta delle code. Ma in attesa che la Blockchain permetta una vera democrazia diretta, sicura ed affidabile (cosa che oggi non è), credo che sia necessario sfatare le fake news: online nulla è gratis.

Se online è gratis, vuol dire che TU sei il prodotto
Se online è gratis, vuol dire che TU sei il prodotto

Dietro al virtuale, ci sono cavi – fibra ottica – datacenter – piattaforme digitali. Dunque costi hardware e software. Sul Web, ciò che è gratis, in realtà è sostenuto dall’advertising digitale: pubblicità (sì, quella che paghiamo quando andiamo ad acquistare un prodotto, sia in un negozio fisico che nell’e-commerce).

Affermare che ciò che online costa poco o è gratis sottintende una visione anacronistica da Geek esaltato che non conosce le dinamiche della Rete. La polemica non è dunque fra apocalittici od integrati, ma fra chi informa il pubblico e lo rende consapevole e chi invece spaccia Fake News.

L’utente finale è una persona: un cittadino che merita un’informazione corretta. Non un prodotto, un gadget usa-e-getta. E la Rete non deve diventare un megafono di fake news o bufale.

Mirella Castigli

Il futuro delle Smart Cities (e dell’e-voting) passerà dalla Blockchain

La blockchain è la tecnologia di scambio dati importanti per transazioni sicure ed affidabili senza un certificatore centrale. In poche parole, è il meccanismo alla base della moneta virtuale Bitcoin. Ma la Blockchain potrebbe rappresentare anche il futuro delle Smart Cities e del voto elettronico (e-voting).

Passa dal blockchain il futuro delle Smart Cities
Passa dal blockchain il futuro delle Smart Cities

A trasformare le nostre città sono alcune tendenze in atto: le self-driving cars, la sharing economy, il cloud computing, ma anche le tecnologie di blockchain. Uber (il noleggio delle auto) e Airbnb (l’affitto di case) creano nuovo valore ad asset già posseduti dagli utenti (auto o abitazioni), perché bypassano le terze parti e generano una collaboration peer-to-peer.

Blockchain può essere considerata la seconda generazione di internet: la Rete delle informazioni si trasforma in internet del valore.

Blockchain permette a supplier e a consumatori – perfino a competitor – di condividere un libro mastro digitale decentralizzato tramite un network di computer, senza la necessità di una autorità centrale.

L’impatto della blockchain va oltre i servizi finanziari e le transazioni. Il suo reale valore consiste nell’integrità dei dati e nello stabilire interazioni trust-based: la blockchain può accelerare il trasferimento di governance da istituzioni centralizzate a network distribuiti di collaboration peer-to-peer (P2p).

Rischiano la disruption le istituzioni centralizzate che fungono da intermediari: le interazioni peer-to-peer possono offrire gli stessi servizi, in maniera onesta e fedele.

Arcade City, community globale  di servizi peer-to-peer, sta progettando di offrire un servizio di ride-sharing su blockchain. Una startup in ambito energetico con sede a Perth, in Australia, sta mettendo a punto una soluzione tecnologica peer-to-peer in grado di permettere ai consumatori di offrire su blockchain l’energia in eccesso, disponibile grazie ai pannelli solari.

Se il sistema avrà una governance trasparente, offrendo sicurezza – velocità – taglio dei costi – scalabilità e regolamenti -, sarà assicurata la longevità della blockchain. La tecnologia è matura: va solo visto se le aspettative manterranno le promesse, una volta calata nella realtà. Intanto c’è chi studia come declinare la blockchain nel voto elettronico (e-voting), in una futuribile democrazia diretta. Il futuro delle Smart Cities (e della democrazia) passa dalla blockchain? Vedremo: il World Economic Forum (Wef) prevede che entro il 2025 le attività che genereranno oltre il 10% del PIL del mondo saranno registrate su tecnologie basate sulla blockchain.

Mirella Castigli