Apre Smau Milano, fra trasformazione digitale, Industria 4.0 e startup

Assintel Report 2019 verrà presentato domani a Smau Milano, ma l’anticipazione su L’Economia del Corriere della Sera fotografa il mercato Ict che vale 30 miliardi di euro, in lieve crescita dello 0,7% sul 2017, ma con outlook stabile sul 2019. La società d’analisi IDC ha condotto l’indagine, valutando big data, cloud, intelligenza artificiale (AI), realtà aumentata (AR) e virtuale (VR), stampa 3D, robotica.

In questo scenario apre i battenti Smau Milano, un’edizione focalizzata sui temi della trasformazione digitale, Industria 4.0 e startup. Il settore ICT vanta in Italia più di 100 mila imprese e 600 mila occupati e rappresenta un fattore di crescita per le imprese più tradizionali.

Apre Smau Milano 2018, facciamo il punto sul digitale in Italia
Apre Smau Milano 2018, facciamo il punto sullo stato del digitale in Italia

Dall’ultimo rapporto realizzato da Mise e Infocamere, in un anno l’incremento delle startup ha superato il 22%: ora hanno superato la soglia delle 10 mila unità, contano 52,512 soci operativi e addetti, con una crescita del 33,2% rispetto all’anno precedente. Secondo le stime di Assolombarda presentate a Smau, le startup innovative tricolori hanno fatturato di 1,2 miliardi di euro, il 42% del quale è realizzato da startup partecipate da un Corporate venture capital (Cvc) in ottica Open Innovation. Esse contribuiscono per 450 milioni di euro. Il numero di soci corporate che investono in startup è salito in un anno del 14%, superando le 7600 unità in Italia.

Industria 4.0 è anche al centro dell’ultimo rapporto WEF, intitolato Global Competitiveness Index 4.0, dopo che il World Economic Forum ha aggiornato i parametri e ne ha introdotti di nuovi, rivisti per valutare 140 economie dal punto di vista dei progressi in Industria 4.0.
Secondo il WEF, gli Stati Uniti riconquistano, per la prima volta dal 2008, lo scettro della classifica della competitività globale con 86,5 punti (su 100), tallonati da Singapore (83,5) e Germania (82,8), mentre seguono a ruota Svizzera (82,6) e Giappone (82,5).

L’Italia è ferma al 31esimo posto, con 70,8 punti, così distribuiti: bene in ambito Salute (99 punti) e in Infrastrutture (21esima), male in tema di skill e mercato del lavoro: il Paese si piazza al 40esimo posto per le competenze, al 58esimo per stabilità economica, al 60esimo per debito pubblico, al 79esimo per il mercato del lavoro, al 49esimo per i servizi finanziari; in ambito innovazione, l’Italia accelera al 22esimo posto (66 punti) anche se ancora distante dalla Germania, mentre il dinamismo aziendale ci inchioda al 42esimo (gli USA sono i primi della classe). Nell’adozione della tecnologia ICT, l’Italia arranca al 52esimo posto sotto la media europea e statunitense. L’Italia è quarta per i distretti e nona per ricerca.

The Global Competitiveness Index 4.0 del Wef
The Global Competitiveness Index 4.0 del Wef

I principali motori della produttività sono salute, education e competenze di una popolazione, mercati aperti senza vincoli e dazi, protezione sociale, apertura verso l’estero eccetera.

In Italia la spesa pubblica per beni e servizi é a quota 140 miliardi euro, oltre l’8% del PIL, ma il rapporto WEF sottolinea che gli investimenti in ICT non possono bilanciare la carenza di innovazione o di un’imprenditoria all’altezza, così come un sistema finanziario solido non può rimpiazzare la mancanza di infrastrutture fisiche.

Un’annotazione: la robotica non “ruba” lavoro, infatti nuove skills rafforzeranno il lavoro umano, anche se la percentuale di ore di lavoro umane calerà dal 71% al 58% entro il 2025.

Ora, aspettiamo i dettagli dell’Assintel Report 2019 e il nuovo Rapporto Anitec-Assinform, per fare il punto sul Digitale in Italia. Intanto, buon Smau Milano 2018.

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