Digitale per crescere (Anitec-Assinform): Il mercato digitale cresce grazie ai Digital Enabler, ma si può fare molto di più

Oggi si è svolto il convegno di Anitec-Assinform “Digitale per Crescere – Innovazione, Crescita, Trasformazione”, focalizzato sul ruolo strategico dell’innovazione (“inesorabile” l’ha definita Giancarlo Capitani), soprattutto nell’era dei Digital Enabler: Cloud computing, Internet delle cose (IoT), Mobile, opportunità di sviluppo e occasione per superare il divario digitale ancora presente nel Paese e soprattutto nella Pubblica Amministrazione (PA) da rendere efficiente e moderna, a disposizione del Cittadino Digitale di oggi. Partiamo dai numeri: dal rapporto Anitec-Assinform 2019 emerge che il mercato digitale italiano – informatica (IT), Tlc, contenuti digitali ed elettronica di consumo – cresce indipendentemente dal Pil e registrerà nel triennio 2019-2021 un incremento del 2,8% (+2,5% a 72,22 miliardi di euro nel 2019, +2,8% a 74,25 miliardi nel 2020 e +3,1% a 76,54 miliardi nel 2021), ma il potenziale è ancora in gran parte inespresso, secondo il Presidente Marco Gay, visto che dal 2015 la forbice fra crescita del mercato e quella del PIL si è fortemente allargata, e dunque si può fare molto di più, soprattutto affinché la crescita del digitale abbia impatto sull’economia nazionale. Gli investimenti del futuro devono essere digitali, basta pensare alla reintroduzione di Industria 4.0: non ci sono alternative. Tuttavia i nodi stanno venendo al pettine e vanno affrontati con grande serietà per dare una mano al Sistema Paese, da troppi trimestri in stagnazione.

Digitale per crescere (Anitec-Assinform): Il mercato digitale cresce grazie ai Digital Enabler, ma si può fare molto di più
Digitale per crescere (Anitec-Assinform): Il mercato digitale cresce grazie ai Digital Enabler, ma si può fare molto di più

Innanzitutto, Anitec-Assinform, realizzato in collaborazione con NetConsulting cube, accende i riflettori sui Digital Enabler, le componenti più innovative del mercato digitale: da qui al 2021, Internet of Things (IoT) compirà un balzo in avanti del 14,2%, la Cyber-sicurezza del 13,9%, il Cloud del 22%, i Big Data cresceranno del 14,7%, le Piattaforme per la gestione Web dell’11,6%, il Mobile business del 9,1%, i prodotti e le applicazioni Wearable Technology (la tecnologia indossabile, trainata dagli smartwatch, ma non solo) dell’11,8%; ma, seppur con cifre ancora contenute, sono in sensibile aumento anche l’Intelligenza Artificiale (AI) e la Blockchain.

Secondo Marco Gay, “si è innescato un processo virtuoso. La spinta delle componenti più innovative (che nell’insieme a tassi 10 volte più elevati, ndr) si autoalimenta sulla base di risultati concreti e si trasmette all’intero mercato, a partire dal software ai servizi. In tutti i settori le medie e grandi imprese investono nel digitale, visto non più solo come fattore di efficienza, ma come leva strategica per innovare prodotti, servizi, modelli di business. E i dati presentati oggi lo confermano“.

Il tema dei Digital Enabler è essenziale per accelerare l’innovazione come alleanza fra pubblico e privato, ha spiegato Roberta Cocco (assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici del Comune di Milano).

Marco Gay ricorda che Impresa 4.0 ha comportato 10 miliardi di euro di investimenti privati e promette una crescita di investimenti innovativi in sistemi industriali e ICT al tasso del 15,5% (fino al 2021), mantenendo la quota del comparto ICT del 58%. Il 5G rivestirà un ruolo sempre più importante: “E infatti, a parte i servizi di rete, per il quali si attende la spinta del 5G, la progressione attesa per il medio termine è trasversale a tutti i comparti” sottolinea Gay riferendo che “tra il 2019 e il 2021, Dispositivi e Sistemi cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,9% (da circa 19.100 milioni nel 2019 a 19.900 nel 2021); Software e Soluzioni Ict del 6,3% (da circa 7.600 milioni nel 2019 a 8.580 nel 2021); Servizi IctT del 6,1% (da circa 12.280 milioni nel 2019 a 13.870 nel 2021); Contenuti e Pubblicità Digitale del 7,2% (da circa 11.990 milioni nel 2019 a 13.750 nel 2021)”.

Gay suggerisce un piano nazionale per l’adozione delle tecnologie avanzate, perché la leadership tricolore nei settori chiave di turismo, agro-alimentare, meccanica e moda, richiede un ecosistema digitale più favorevole agli investimenti innovativi, oltre a stabilità fiscale e normativa, una PA con meno vincoli, risorse dedicate a ricerca e innovazione. Il fondo nazionale innovazione rappresenta un’occasione da non perdere per la crescita del sistema produttivo italiano. Tra i punti salienti, Gay sottolinea che “per gli investimenti digitali, sono previsti incrementi medi annui del 4,7% per le grandi imprese, del 3,8% nelle medie e del 2,1% nelle piccole. E quest’ultimo dato è da correggere con incentivi centrati non solo sulla bassa taglia dimensionale o la localizzazione, ma anche indirizzati ai progetti che puntano a integrare le piccole in ecosistema“.

Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, in una video-intervista ha spiegato che il governo “si sta concentrando sul fatto che bisogna digitalizzare i servizi della pubblica amministrazione, renderla più innovativa creando una politica di innovazione del Paese“. La PA digitale è ancora una chimera per troppi cittadini e bisogna accelerare.

Il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha ricordato che per rendere il digitale una leva della crescita bisogna puntare non solo su Industria 4.0 (reintrodotta nella manovra), ma anche sulle competenze ed oggi “dagli Its italiani escono 10mila studenti contro gli 800mila della Germania”, un gap da colmare: il capitale più prezioso è quello umano, soprattutto nel contesto iper competitivo di Industria 4.0, ma oggi non è facile reperire operai e manager specializzati, invece le hard e soft skills sono le competenze digitali indispensabili per i lavoratori non solo del futuro, ma già oggi, perché dovranno gestire la trasformazione digitale e operare in un mercato del lavoro sempre più flessibile e digitale, in cui l’Ict svolge un ruolo trasversale a tutti i settori. Oggi il 20% delle aziende è innovativo, il 60% in transizione e un 20% è marginale. Anche il Digital marketing cresce del 7% annuo e oggi vale come i servizi Ict.

Secondo i dati Intesa-Prometeia, oggi Dario Di Vico sul Corriere della Sera ha spiegato che la liquidità parcheggiata nei conti correnti dalle imprese non finanziarie è aumentata di 128 miliardi nel periodo fra il 2012 e il 2019: il report Digitale per Crescere dovrebbe convincere le aziende più redditizie e patrimonializzate a investire nel digitale, in Industria 4.0, smart working e competenze digitali, per non perdere il vantaggio competitivo del Made in Italy.

Il Convegno “Digitale per Crescere – Innovazione, Crescita, Trasformazione” di Antitec-Assinform di Confindustria, è stato realizzato anche con il supporto di 4.Manager, Almaviva, Dxc Technology, Facebook, Nfon Italia e Philip Morris Italia.

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