#Trimestrali: Facebook in progresso, in chiaroscuro Apple e Microsoft

Mentre il Presidente Trump cerca un accordo con la Cina, dopo aver scatenato la guerra dei dazi (e dopo il clamoroso caso Huawei, che – fra spionaggio industriale e violazione dell’embargo all’Iran, conta ben 23 capi d’imputazione che al colosso cinese potrebbero costare perfino il 5G in Eurozona…), è tempo di trimestrali: partiamo da Facebook che vola a Wall Street (+11%), con una trimestrale che supera il rallentamento nella crescita degli utenti e una crisi reputazionale (in seguito al caso Cambridge Analytica e tutti ciò che è seguito a ruota), mentre Apple mette a segno il primo fatturato in calo (e taglia i prezzi di iPhone in alcuni mercati) e Microsoft posta un bilancio in chiaroscuro. 

Apple ha già rivisto i ricavi dell’ultimo trimestre del 2018 al ribasso. Il declino del 5% del fatturato globale (84,3 miliardi di dollari) è dovuto al crollo del 15% dell’iPhone (51,98 miliardi), le cui vendite generano due terzi dei ricavi dell’azienda di Cupertino: ma Apple sta aumentando il fatturato derivante dai servizi cloud e inoltre dimostra che la redditività rimane elevata mentre l’utile per azione, anno su anno, sfiora i 20 miliardi di dollari (1997 miliardi, sostanzialmente tiene: -0,5%). Con l’Eps dell’ultimo trimestre, 4,18 dollari, è al massimo di sempre, il titolo di Apple, dopo un crollo del 10% (il peggiore calo giornaliero in sei anni) è salito del 6% nell’after hour. Apple sta soffrendo per tre motivi: i dazi di Trump contro la Cina, il rallentamento del mercato cinese e i prezzi troppo alti degli iPhone (soprattutto nei mercati in recessione).

Negli ultimi mesi, dopo il caso di Cambridge Analytica e il richiamo da parte della politica globali, Facebook ha conosciuto una serie di scandali: è stato “bucato” (su un forum online alcuni hacker – forse russi – dicevano di avere accesso ai dati personali di 120 milioni di account); violazioni della privacy (cessioni dati ai big del Mobile) che sono costate care al Ceo Mark Zuckerberg; tutte cause di un rallentamento nella crescita degli utenti e di una crisi reputazionale. Archiviati scandali, scottanti diatribe sulla privacy, fake news e governance, il numero uno dei social network ha riportato profitti in crescita del 61% (gli analisti si aspettavano il 49%), pari a 6,88 miliardi di dollari. Facebook ha anche annunciato l’integrazione delle metriche di Messenger, WhatsApp e Instagram. Facebook, il secondo publisher digitale alle spalle di Google, è destinata a detenere, insieme al motore di ricerca di Mountain View, il 60% del fatturato generato dall’advertising nel 2019.

Facebook è il terzo sito più visitato al mondo, dopo Google e Youtube.

Aspettando i dati di Amazon, ecco la trimestrale in chiaro scuro Microsoft. Il colosso co-co-fondato da Bill Gates ha riportato utili lievemente sopra alle aspettative, pari a 1,10 dollari per azione, ma ha deluso sul fatturato, aumentato del 12% a 32,47 miliardi e però inferiore ai 32,51 miliardi previsti. Microsoft Azure, il servizio cloud che ha trainato i conti aziendali sotto la guida del ceo Satya Nadella, secondo solo ad Amazon Web Services (AWS) – ha messo a segno una crescita del 76% del fatturato, fermo al palo però rispetto l trimestre immediatamente precedente. L’Intelligent Cloud Segment, che comprende anche i server, ha registrato ricavi per 9,38 miliardi, sopra le attese. Il titolo in Borsa, salito prima dell’uscita della trimestrale, è arretrato del 2% nel dopo mercato.

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