Articoli pubblicati sul Network Digital 360 Luglio-Agosto-Settembre

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Coronavirus e de-coupling, la de-globalizzazione nell’era del fattore G come Geo-politica

Potè più il coronavirus della guerra dei dazi (in fase di tregua, dopo il recente accordo) per avviare il de-coupling fortemente voluto dal Presidente USA Donald Trump? Lo dirà la storia, ma oggi la Cina è isolata: sono cancellati di ora in ora i voli da e per la Cina delle maggiori compagnie aeree del mondo (prima Lufthansa, seguita da British Airways e KLM…) e con le frontiere orientali chiuse dalla Russia dello zar Putin, che prima aveva adombrato la teoria complottista, in stile novax (il Presidente Xi Jinping che sfrutta e drammatizza il coronavirus per giustificare il forte rallentamento dell’economia cinese), per poi cedere al terrore di commettere l’errore più grave per un autocrate, la sottovalutazione del pericolo.

Coronavirus e de-coupling, la de-globalizzazione nell'era del fattore G
Coronavirus e de-coupling, la de-globalizzazione nell’era del fattore G come geo-politica

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Sovranismo Digitale/ La Cina prepara l’addio a Microsoft Windows

Mentre Google (con il no agli AdBlocks) sta per regalare una buona ragione a 2 miliardi di utenti di Chrome per passare a Mozilla Firefox, un’altra bomba esplode a mercati aperti: in piena guerra dei dazi, la Cina prepara l’addio a Microsoft Windows.

Sovranismo Digitale: La Cina prepara l'addio a Microsoft Windows
Sovranismo Digitale: La Cina prepara l’addio a Microsoft Windows

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I tre jolly nella manica di Huawei e Pechino

Il congelamento di 90 giorni del bando a Huawei – che ieri ha fatto respirare le Borse mondiali – è nella logica delle cose. Nessun uomo è un’isola, tanto meno le aziende, frutto di intrecci profondi intessuti in decenni di globalizzazione.

I tre jolly nella manica di Huawei e Pechino
I tre jolly nella manica di Huawei e Pechino

I guadagni di Apple potrebbero crollare del 29% a causa di una rappresaglia cinese, se Pechino rispondesse con il bando a Huawei con un’analoga messa al bando di iPhone, spiega Goldman Sachs. Ma non solo. Pechino ha tre jolly nella manica. Continue reading “I tre jolly nella manica di Huawei e Pechino”

I dazi di Trump sottovalutano la Cina digitale. Armi (spuntate) o boomerang?

I dazi del Presidente USA Donald Trump, giunti al secondo round, potrebbero rivelarsi come la notizia della morte di Mark Twain: grossolanamente esagerati. Ma nei confronti della Cina, forse, potrebbero trasformarsi da armi spuntate a veri e propri boomerang. In grado di rendere Pechino più forte e competitiva.

Solo mettendo al microscopio le aspirazioni egemoniche della Cina digitale, possiamo renderci conto di quello che sta avvenendo col ritorno del protezionismo sul mercato globale.

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La grande scommessa di Apple. Occhio alla Cina, mentre cala il mercato smartphone

Apple avrebbe venduto 29 milioni di unità nel quarto trimestre 2017, secondo Canalys, superando il numero degli smartphone venduti da Samsung. Grazie all’ultima versione costosa di iPhone, l’azienda che fu di Steve Jobs ha registrato un nuovo record di profitti, pur segnando un declino nelle vendite complessive dello smartphone che ha appena compiuto dieci anni. Intanto, Xiaomi, pronta a rivelare il nuovo Redmi Note 5 durante il 14 febbraio, è già tornata sugli scudi, riconquistando un posto al sole nella Top5 dei vendor globali, mentre il mercato smartphone, dopo il vistoso rallentamento, ha registrato il declino dello 0.1% nei volumi a quota 1.47 miliardi di unità secondo IDC (invece, stando ai dati di Strategy Analytics, il mercato smartphone cresce dell’1%).

Ma Apple deve prestare attenzione a un altro dato: il mercato cinese, il più grande al mondo, in calo per la prima volta (-4%), quello dove Huawei detiene lo scettro e Xiaomi tallona Vivo e Oppo, mentre Apple chiude la cinquina cinese al quinto posto. Continue reading “La grande scommessa di Apple. Occhio alla Cina, mentre cala il mercato smartphone”

VIDEO: Fenomeno Xiaomi

Xiaomi, il brand di smartphone, un tempo definiti cloni di iPhone, che riuscì a diventare il numero uno in Cina e il quarto vendor a livello globale, non è solo tornata in pista con i nuovi modelli Mi Mix 2 e Mi A2, ma soprattutto sta tornando alla ribalta grazie a 10 milioni di unità vendute.

Il fenomenale ritorno di Xiaomi, l'antagonista di Huawei
Il fenomenale ritorno di Xiaomi, l’antagonista di Huawei

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Per Apple la Via della Seta è più accidentata che mai

Apple, già scesa al quarto posto tra i vendor di smartphone in Cina, è oggi finita nel mirino delle autorità di regolamentazione Internet di Pechino. La stretta riguarda le applicazioni software di Apple Store. Lo riporta l’agenzia ufficiale Nuova Cina, secondo la quale Beijing Cyberspace Administration, Beijing Public Security Bureau e Beijing Cultural Market Administrative Law Enforcement Team, dopo aver incontrato i rappresentanti della società, intendono avviare più controlli sulle applicazioni di streaming.

 Per Apple la Via della Seta è più accidentata che mai
Per Apple la Via della Seta è più accidentata che mai

Il live-streaming è un mercato in ascesa i cui ricavi hanno raggiunto quota 4,36 miliardi di dollari nell’ex Celeste Impero. Apple sta puntando sui servizi, e non solo in Cina, proprio per far fronte al declino delle vendite in un mercato smartphone sempre più affollato.

Ed Apple, che solo due anni fa conquistava la Cina in una marcia spedita, oggi deve vedersela con Huawei e Oppo: è scesa al quarto posto nel mercato smartphone cinese, perdendo market share, in calon dal 14,3% al 9,6% del totale. Duan Yongping, co-fondatore di Vivo e Oppo, attribuisce la colpa di questo tracollo alla testardaggine dei vertici di Apple, incapaci di aprirsi al low-cost. La mancata diversificazione dei prodotti è dunque la causa della flessione della Mela di Cupertino in Cina. Neanche l’apertura di due nuovi centri R&D a Shanghai e Suzhou sarà sufficiente a riportare Apple sulla strada giusta della Via della Seta. Non deve mica stupire se l’azienda guidata dal Ceo Tim Cook accelera sul tema delle self-driving cars: in California ha ottenuto un’autorizzazione speciale per procedere al test su strada di Apple car. La diversificazione è nell’aria, se l’iPhone non sarà forse più a lungo la gallina dalle uova d’oro.

Mirella Castigli